Una volta, Io, Chuang Chou, ho sognato di essere una farfalla, fluttuando per ogni dove, facendo tutto ciò che fa una farfalla. Conscio soltanto della mia felicità di essere farfalla, inconsapevole di essere Chou. Presto mi risvegliai, ed eccomi allora, davvero di nuovo me stesso. Ora non so se ero allora un uomo che sognava di essere farfalla, o invece sono adesso una farfalla che sta sognando di essere un uomo. माया māyā Illusione, magia. Ciò che mutando di nuovo ed ancora è irreale. L'esperimento della Candela
Cosa dicono le scritture? Per iniziare a comprendere cosa il pensiero indiano consideri reale è utile leggere le antiche scritture. In questo caso facciamo riferimento alla Mandukya Upanishad. Le Upanishad sono un importante corpo di scritture del quale ci occuperemo più apprfonditamente in seguito. Come spesso avviene nella cultura dell'India un'opera originale viene in seguio spiegata e commentata da altri autori con l'intento di renderla più accessibile. Sovente questi commentari sono chiamati "karika". In uno di questi commentari appunto, la Mandukya Karika, Gaudapada, il primo autore conosciuto dell'Advaita Vedānta, scrive: "Come si può confondere una corda nella penombra con un serpente o un rivolo d'acqua, così il Sé può essere confuso [con varie forme]. Quando la corda è riconosciuta invece, l'illusione scompare e la corda si mostra come tale, Lo stesso avviene per l'unico Sé Egli si immagina come Prana (creature viventi) e come infiniti oggetti. La natura di Maya è tale che il Sé risplendente sembra esserne illuso." Māṇḍukya Kārikā 2.17-19 La distinzione fra ciò che è reale e ciò che è illusorio viene presentata chiaramente e sarà il tema dominante di tantissima parte del pensiero indiano. Corde, serpenti e punti di vista La metafora della corda scambiata per un serpente è antica e molto efficace. Facendo appello anche alla psicologia moderna proviamo a mettere in pratica questa idea. Immaginate di camminare in un bosco con un amico. All'improvviso vedete qualcsa di lungo, nero, lucido davanti ai vostri piedi ed esclamate: "un serpente!". Il vostro cuore batte più veloce, fate un passo indietro e forse provate paura. Il vostro amico vi ascolta.
Osserva con attenzione e vi fa notare che in effetti si tratta soltanto di un pezzo di legno. Seguendo il suo suggerimento osservate con più attenzione e scoprite che ha ragione. Il vostro cuore rallenta, anche il vostro respiro. Restano in voi solo piccole tracce della paura avuta. Allora: il serpente e la paura sono stati reali per voi. Almeno per un momento. Poi si sono dissolti. In effetti non sono mai esistiti. Erano soltanto un'illusione della vostra mente. Estendete adesso questo concetto, rendetelo assoluto. Potreste allora affermare che il mondo, che ogni cosa che si manifesta davanti ai vostri occhi sia soltanto un'illusione: Maya
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AutoreGianluca Archivi
Aprile 2016
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